Stilista è un termine che gli sta stretto e scomodo perché è – e tutti lo riconoscono in questo ruolo – un progettista. Nella più ampia accezione del termine. Laureato in ingegneria, da anni studia, accanto alla forma, il futuro dell’automobile. Gioca a tempi lunghi, come i 16 anni che ci sono voluti fra il suo brevetto del pneumatico “intelligente” (1994) e la produzione industriale (Pirelli ha annunciato che lo fabbricherà a partire dal 2010).

Anche con la Hidra, presentata come modello statico al salone di Ginevra, Leonardo Fioravanti gioca in tempi lunghi, sebbene non così lunghi. Perché, a parte l’aggraziata forma della vettura, seconda di una mini-serie dedicata alle fuel cells e all’idrogeno che l’anno scorso aveva già avuto espressione nella Thalia, questo suo concetto di vettura senza tergicristalli potrebbe già trasformarsi in realtà fra pochi anni: tre, al massimo cinque. Hidra, infatti, è idrorepellente: i suoi cristalli non si bagnano e non si sporcano. Entriamo nel campo delle nano-tecnologie.

Formalmente Hidra è una proposta di veicolo sportivo multifunzionale, un MPC (multi purpose coupé): 5 porte, 4 posti, un occhio attento a dinamica, sicurezza passiva e flessibilità. Ha un tunnel centrale per i serbatoi dell’idrogeno (nella Thalia erano sotto i sedili posteriori) che conferisce alla vettura un baricentro basso. Hidra potrebbe essere la risposta del domani a quella che secondo Fioravanti è la funzione primaria dell’auto privata, cioè la libertà.

Forme altamente aerodinamiche per impiegare poca energia, sebbene condizionate dalla tecnologia innovativa cui fa da contenitore, linee slanciate che contengono superfici plastiche e modellate, una grande fascia laterale che sale verso il posteriore e avvolge la coda, sottolineata da un colore diverso. «Ci sembra il momento di rispolverare il bicolore – osserva Fioravanti – . Costa poco, dà freschezza, è un elemento in più su cui giocare. Diamo anche noi una spruzzatina di profumo della moda, settore in cui noi italiani siamo di una bravura incredibile, visto che la moda aiuta a vivere la vita».

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