Una “piccola vettura futuristica e globale”, che trae la sua forza da un design “dinamico ed elegante”, ma anche da “un gusto versatile che si fonde con un prestigio tradizionale”: non è impegno da poco, per la Ford, questa nuova Fiesta destinata a un radicale cambiamento d’immagine dopo 32 anni e 12 milioni di esemplari.
Molto simile all’accattivante concept Verve presentato l’anno scorso al salone di Francoforte, la nuova sfida di Colonia ai grandi rivali del segmento B si ispira ai concetti di kinetic design ormai in voga da due anni in casa Ford: «Superfici piene, una grafica audace e linee dinamiche si fondono in modo coerente e armonioso per creare uno spirito dinamico di divertimento e di energia in movimento, ma anche per offrire da ogni punto di vista una sensazione di movimento», dichiara Martin Smith, che della Ford Europa è direttore esecutivo del design: «Tutti gli elementi vitali del kinetic design convergono a creare una forma esteriore visibilmente ricca e dinamica, molto prossima al concept originale».
La nascita della nuova Fiesta è stata preceduta da un’attenta analisi di marketing. Spiega Smith: «Si trattava, infatti, di identificare un cliente che non era più e soltanto quello tradizionale, che voleva un’auto pratica, efficiente, facile da guidare, spaziosa, e per il quale in molti casi la Fiesta era anche la prima e unica macchina di famiglia. Cercavamo anche una clientela più giovane, attenta al design e alla moda, quindi pronta ad accettare un approccio più radicale».
Ecco allora lo sdoppiamento: la cinque porte per il cliente tradizionale, attraverso un esercizio che non è stato facile, rispettando i vincoli che ne derivavano ma senza tradire lo spirito della Verve; la tre porte, invece, per i giovani che volevano una vettura “sprinty”. Nelle parole di Smith: «Li abbiamo studiati a fondo: come vivono, che cosa consumano, perfino che caffè bevono, perché si trattava di conoscerne i gusti e la cultura nei minimi particolari».
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