La California è un piatto di primizie: prima Ferrari con un motore 8 cilindri centrale anteriore, prima con un sistema di tetto rigido retrattile, prima spider “2+quasi2”.
«Una serie di “prime” – ricordava Andrea Pininfarina a pochi giorni dalla sua prematura scomparsa – che la rendono unica e non sostitutiva di altri modelli, un’aggiunta alla gamma Ferrari».
E’ lo stesso concetto che, presentandola al salone di Parigi, avrebbe poi ripreso Luca di Monteze-molo: «Una Ferrari per ferraristi diversi»: tanto diversi e così numerosi che già prima della presentazione avevano esaurito il carnet di produzione per due anni, 2009 e 2010.
Frutto della consueta collaborazione con Pininfarina, che firma gli esterni, la California segna anche l’avvio, per Ferrari, di una nuova stagione all’insegna di un centro stile interno guidato da Donato Coco che è ancora in fase di strutturazione ma che assumerà già nell’immediato futuro un ruolo sempre più determinante nello sviluppo del linguaggio formale che rende una Ferrari così unica.
«E’ una piccola entità creativa con vocazione a crescere», osserva Coco: «E’ uno strumento essenziale per il nostro futuro». Strumento per il futuro, va detto, che ha già lasciato il suo segno su questa California.
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