Un’identità forte, com’è tradizione per la Ypsilon, ma con molte caratteristiche in più. La quarta generazione della piccola Lancia è nata così, con l’obbiettivo di mantenere la sua anima di oggetto esclusivo, seppure di ampia diffusione, crescendo ancora nei contenuti. Ne ripercorriamo la genesi in una conversazione con il vice president Style di Fiat Group, Lorenzo Ramaciotti, e il responsabile del design Lancia, Marco Tencone.
«Il nostro compito era sfidante: mantenere i denominatori comuni del mondo Ypsilon per assicurarne la personalità, rendendo però la vettura più trasversale, più accattivante anche per una clientela maschile rispetto a quella esistente, apprezzata in prevalenza dal pubblico femminile», racconta Tencone. Per prima cosa, andava quindi definita l’architettura del veicolo, non più basata come il precedente sulla piattaforma B, quella della Fiat Punto, ma su quella della Panda (condivisa anche dalla 500), seppure allungata di 90 mm nel passo. «La piattaforma della Grande Punto è cresciuta ormai oltre i 4 metri, e su quella base la Ypsilon avrebbe perso le sue caratteristiche di cittadina compatta», spiega Ramaciotti.
La praticità unita all’eleganza è stata uno dei prerequisiti del progetto. Per questo si è deciso che la piccola di casa Lancia, per tradizione a tre porte, diventasse una cinque porte. Si è voluto però dissimulare la maniglia posteriore inserendola nella cornice dello sportello, una soluzione ideata in seno al gruppo Fiat negli anni Novanta per l’Alfa Romeo 156 e in seguito ripresa da alcuni concorrenti. Un espediente che aiuta a leggere la forma come più dinamica, da coupé.
Articolo completo su Auto & Design n. 189