Certo che quando si parte da una base quale il modello 458 Italia, come ammette lo stesso Fabrizio Valentini, il compito è abbastanza facile. «Quella – dice – era di proporzioni talmente felici per cui eravamo sicuri che qualsiasi derivazione avrebbe mantenuto inalterato il suo spirito e la sua eleganza». Valentini è il responsabile del design Pininfarina, la vettura in questione è l’ultima nata di casa Ferrari, la 458 Spider. Presentata al salone di Francoforte, offre nella soluzione del tettuccio apribile una novità assoluta in campo mondiale: è la prima due posti con motore centrale posteriore a utilizzare un tettuccio retrattile che è rigido (alluminio) anziché di tela.
«Un concetto estremamente innovativo», precisa Flavio Manzoni, che è responsabile del design Ferrari e che, di questa vettura, ha curato gli interni oltre alla fase conclusiva e d’industrializzazione degli esterni: «E’ in due parti e si ripiega su se stesso in appena 14 secondi, con il lunotto posteriore che assume la funzione di wind-stop. Occupa uno spazio ridottissimo, il che ci ha lasciato insperati spazi per gli interni». Dietro i sedili, infatti, c’è una panchetta per i bagagli o per l’immancabile sacca da golf.
In Ferrari non lo dicono esplicitamente, ma forse quel tettuccio d’alluminio – dovutamente brevettato – è destinato a mandare in soffitta quelli di tela: compresi i meccanismi è più leggero di 25 chili rispetto a quello della 430 Spider, per non contare i vantaggi in termini d’insonorizzazione e aerodinamica. Il risultato è che la vettura pesa appena 50 Kg più della 458 Italia. Ferma la meccanica (V8 di 4499 cc e 570 cavalli, “motore dell’anno” nel 2010), restano pressoché invariate le prestazioni (0-100 in 3,4 secondi, velocità 320 Kmh) e i consumi (11,8 litri/100 Km, di conseguenza emissioni di CO2 relativamente contenute in 275 g/Km).
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