Ci sono due modi per vedere Le Fil Rouge, il concept presentato da Hyundai a Ginevra. Il primo, nel momento in cui i designer della casa coreana introducono il concetto di Sensuous Sportiness, sportività sensuale, è – nelle parole di Luc Donckerwolke (Executive Vice President e capo del Design Center Hyundai) – «la reinterpretazione di un Dna di design che ebbe origine dallo storico Pony Coupé Concept del 1974 progettato da Giugiaro». Un collegamento, a suo dire, che «ci permetterà di aprire una nuova era nel design Hyundai basandoci sulla nostra tradizione di creare un carattere distintivo e sportivo nei nostri modelli». Le Fil Rouge, quindi, come filo conduttore.
Il secondo modo, che non è la negazione del primo, è di accogliere questo concept come «l’avvio di una nuova era nel design Hyundai», secondo quanto afferma SangYup Lee, Vice President Styling di Hyundai, che con Donckerwolke forma quella che definisce “dream team”, una squadra da sogno; quella impegnata a plasmare i nuovi orizzonti non solo per il brand Huyndai ma anche per Genesis, il marchio di lusso della casa coreana. «Con la Sensuous Sportiness – dice – vogliamo creare un valore emotivo per un marchio da sempre votato alla praticità. Nel mondo dell’auto non ci sono molti modelli che si possano definire sexy. Noi ci proviamo, traendo ispirazione da certe auto italiane degli Anni 60 e 70, quali le Alfa Romeo, come la 33 Stradale, e le Maserati».
Le Fil Rouge (un anno di lavoro in Corea, il prototipo costruito a Torino dalla Vercar) vuol essere una nuova armonia – la Sensuous Sportiness, appunto – di proporzioni, architettura, stile e tecnologia. E sebbene sia una vettura elettrica, il suo messaggio di design si applicherà a tutta la futura produzione Hyundai, dalle berline ai Suv. «E’ un carattere – spiega SangYup Lee – che non applicheremo nel senso di una matrëška russa, tutti i modelli simili l’uno all’altro, ma piuttosto come le torri, i re e le regine, i cavalli, gli alfieri di una scacchiera: tutti diversi, ma presi insieme hanno un significato».
E se Genesis sarà un simbolo del lusso coreano «come Chanel può esserlo a Parigi e Bulgari a Roma», non ci sarà osmosi fra i due marchi, perché al futuro di Hyundai provvederà la Sensuos Sportiness. Vediamola, allora, nei suoi quattro elementi principali. Unicità delle proporzioni, anzitutto: un passo lungo, grandi ruote, sbalzi ridottissimi (l’elettrico, ovviamente, aiuta), ma anche una buona distanza fra mozzo e parabrezza per il comfort degli interni, nonché il tettuccio “a goccia”.
L’architettura, la cosiddetta “light architecture”: con i montanti A e C fusi nel tettuccio in una forma ad arco, esterni e interni plasmati nella stessa impronta stilistica, gli interni votati alla massima ergonomia per il guidatore e alla comodità per i passeggeri (pensando già anche alla guida autonoma del futuro). Lo stile, che deve rendere Le Fil Rouge e i suoi discendenti di produzione facilmente riconoscibili come Hyundai, in una sinfonia di forme concave e convesse che creano una tensione sensuale. Infine, la tecnologia: «Un grande design non è nulla senza sfide tecnologiche», afferma SangYup Lee: «Noi non facciamo soltanto stile, ma ci impegniamo anche nella funzionalità».
«Siamo pronti a infrangere molti tabù», prosegue, «ad esempio, diciamo addio alla tradizione che vuole il frontale simile a un volto umano, i fari come occhi, la calandra come naso, il paraurti come bocca. Qui non c’è paraurti, i fari e la calandra si integrano e il volto dell’auto cambierà a seconda che sia in guida autonoma, manuale o in parcheggio. Allo stesso modo gli interni diventano un comodo soggiorno, al posto dei pulsanti basta un leggero tocco sul volante». Finché ci sarà un volante.
L’articolo continua su Auto&Design n. 230