Già da alcuni anni la León è non solo la best-seller di casa Seat, ma anche l’ispirazione concettuale, dal punto di vista del design, di altri modelli sfornati dalle officine di Martorell. Arrivata alla sua quarta generazione, molto più ricca di contenuti rispetto alle precedenti, la León sfrutta le sue nuove dimensioni e le conseguenti nuove proporzioni per offrire un linguaggio formale alle vetture che vedranno la luce nei prossimi anni. «Semplificando la struttura del nostro design – spiega Alejandro Mesonero-Romanos – abbiamo conferito alla nuova León una grande eleganza». Il momento non è dei più felici, ma le speranze sono alte.
Allineata alle concorrenti
Mesonero-Romanos è stato fino a luglio scorso il responsabile del design della casa spagnola e la nuova Leòn è nata sotto la sua guida. Basata sulla piattaforma flessibile MQB37, la stessa di Golf 8, la nuova León ha praticamente la stessa larghezza e altezza del modello precedente, ma è decisamente più lunga: 86 millimetri nella versione cinque porte (4,37 metri) e 93 nella wagon Sportstourer (4,64 metri), il che si traduce in un interasse più lungo di 50 millimetri e quindi in più spazio per i passeggeri. Mesonero-Romanos ammette che quelle dimensioni sono state una sfida per i designer. «Però ora – aggiunge – siamo allineati con i concorrenti diretti del segmento C».
Design atemporale
I primi bozzetti risalgono alla fine del 2015, attraverso la tipica competizione fra tutti i designer. La proposta vincente per gli esterni fu quella di Dani Garcia, che avrebbe poi avuto un ruolo di spicco nell’équipe guidata da Joaquin Garcia. Lavoro condotto all’85% in digitale, con modelli di schiuma prima dei tre di clay che avrebbero portato alle soluzioni decisive. «Avevano tutti e tre una filosofia molto simile, depurata fin dai bozzetti e dai primi lavori matematici, uno era più estroverso e con segni più marcati, un altro aveva tratti più sottili ed eleganti, ma alla fine abbiamo trovato un giusto equilibrio fra eleganza, carattere, sportività, con un design atemporale, semplice ma duraturo».
Muso verticale
Non sempre è facile iniettare eleganza e sportività in un segmento compatto, ma i designer di Martorell ci sono riusciti attraverso una forte evoluzione concettuale che gioca su carattere forte e linee più pulite. Prendiamo, per esempio, la forte connessione tridimensionale fra la calandra e i gruppi ottici a Led spinti all’indietro; o il cofano motore che dà più verticalità al muso; o ancora i montanti A, arretrati per accrescere le proporzioni anteriori della vettura. La personalità dinamica della León è anche espressa dai gruppi ottici posteriori che vanno, come ormai si dice, “da costa a costa”.
Poche linee e giochi di luce
Sulla fiancata ci sono tre sole linee: una dal cofano, una dal posteriore e una in basso: «Nella precedente León le superfici servivano per unire le linee, qui abbiamo invece una superficie continua con linee che la mettono in tensione, fornendo una spinta capace di dare un cambio di luce». La semplicità è evidente anche negli interni, elaborati inizialmente da David Jofre che ha poi fatto parte dell’équipe guidata da Jaume Salas (C&T nelle mani di Francesca Sangalli e Jordi Font). Sono caratterizzati da un’inconsueta leggerezza, da un minimalismo funzionale: una linea di cintura alta, un cruscotto molto fine e in parte flottante, rivolto al guidatore, che al senso di leggerezza unisce anche un senso di protezione.
Ergonomia e colore
E poi la precisione ergonomica, per il comfort dei passeggeri, così come la scelta dei materiali. «Come gli esterni, anche gli interni offrono un’identità forte attraverso una semplicità concettuale», osserva Mesonero-Romanos. C’è anche un richiamo alla città in cui quest’auto è nata, Barcellona, e al suo corso principale, la celebre Diagonal: sullo schermo centrale le voci sono sistemate, appunto, in diagonale.
(Articolo completo in A&D n. 244)