Valhalla dopo Valkyrie. Se non fosse che Aston Martin è legata alla lettera V come iniziale delle sue auto, ci sarebbe da aspettare un Odin per completare il ciclo della mitologia scandinava. Ma il binomio basta. «La storia di Valhalla comincia con Valkyrie», spiega Miles Nürnberger: «Pietre angolari nella nostra storia delle alte prestazioni, le prime due con motore centrale, che hanno cambiato l’importanza dei nostri prodotti».
“Un’auto ai limiti”
«E se noi abbiamo sempre chiamato Valhalla “il figlio di Valkyrie” – prosegue Nürnberger – è perché quella madre è la nostra haute couture, ma questo figlio ha le stesse ambizioni ingegneristiche e di design, pur potendo essere di un maggiore uso quotidiano: ancora incredibile in termini di packaging, engineering, aerodinamica e motoristica, ma anche fisicamente più accessibile senza essere con questo un’auto ”normale”. Anzi, come per Valkyrie ne abbiamo fatto un’auto ai limiti». Interviene Sam Holgate: «Con l’aggiunta del lusso alle prestazioni».
Bellezza e prestazioni
Nürnberger è l’Exterior Design Director della casa di Gaydon e Holgate è il Chief Designer della strategia Mid-Engine. Entrambi lavorano a diretto contatto con Marek Reichman, lo storico Chief Creative Officer. Valendosi anche della collaborazione dei tecnici, della AMPT impegnati con l’Aston Martin di Formula Uno, questa équipe ha dato vita – dice Holgate – a «un linguaggio che combina anche graficamente due mondi diversi»: «Una parte bassa di carbonio, molto tecnica, rivestita da un corpo meravigliosamente scolpito e con le superfici brillanti che uno si aspetta da Aston Martin, molto più drammatico che nelle nostre GT. Bellezza e prestazioni. Ma non è stato facile far funzionare quella filosofia in termini di aerodinamica».
La funzione determina la forma
Il cuore di Valhalla, di cui saranno costruiti 999 esemplari, è un motore V8 biturbo di quattro litri che eroga 828 cavalli, cui si affiancano tre motori elettrici (due anteriori e uno posteriore, sorretti da tecnologia plug-in) che aggiungono altri 251 cavalli, per un totale di 1079 cavalli. Le prestazioni sono, inevitabilmente, da urlo: 0-100 in 2,5 secondi, velocità massima limitata elettronicamente a 350 km/h. Un sistema aerodinamico attivo genera una deportanza di 600 kg che viene raggiunta a 240 km/h e viene poi mantenuta fino alla velocità massima. Questo dice tutto: stile Aston Martin sì, ma design obbligato. La funzione determina la forma. «Più che un momento di styling è stato come risolvere un puzzle», sottolinea Holgate.
Opzioni di esterni e interni elaborate con i clienti
Nata dalla matita di Ondrej Jirec, l’Exterior Designer che in questi sette anni l’ha cucita passo dopo passo, persino mettendo a punto una calandra al carbonio quando in genere sono di alluminio e mettendosi – ancora oggi – a disposizione dei clienti: «Ognuno ha le sue richieste particolari, vengono qui e lavorano con noi, che trasformiamo in realtà i loro desideri». Idem per gli interni di Adam Mackerron (Interior Designer) sotto la guida di Leighanne Earley, Interior Design Director: «C’erano varie opzioni nella Valkyrie – spiega – e ce ne sono ancora più nella Valhalla. È molto interessante andare sulla catena di montaggio e vedere che cosa ne sta uscendo».
Nuovo impeto dalla Formula 1
Sette anni non sono pochi per la nascita di un’auto; ma di mezzo ci sono stati il Covid e i cambiamenti proprietari in Aston Martin, con la comparsa di Lawrence Stroll «la cui visione strategica di F1 e Aston Martin – spiega Nürnberger – ha dato nuovo impeto anche allo sviluppo di Valhalla». Con le idee chiare fin dall’inizio, con un modello in scala e poi subito sul clay 1:1, l’idea originale è stata a poco a poco affinata, fino al congelamento del design nel 2023. «Valhalla sarà anche figlio di Valkyrie, ma qualche volta i figli possono diventare meglio dei genitori».
(Articolo completo su A&D n. 275)




